POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Una prospettiva analitica ed operativa per il Forum dei Giovani di Salerno

Gabriele Sottile 07/02/2021 0

 

POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E POLITICHE SOCIALI

 Una prospettiva analitica ed operativa per il Forum dei Giovani di Salerno

 

  •      Introduzione

1.1  Le Politiche Attive del Lavoro per i Giovani

1.2  Le Politiche Sociali

  •      Oltre la prospettiva analitica: il ruolo proattivo di una generazione

 

 

 

Introduzione

 

Prima di cominciare è necessario effettuare alcune premesse. La prima è che nonostante le funzioni del Forum dei Giovani o del Comune non siano declinate attivamente nel campo delle politiche del lavoro, è bene cercare di risignificare la postura con la quale l’ente di prossimità rispetto ai bisogni delle cittadine e dei cittadini è correlato nei confronti di questo importante campo di intervento pubblico. Bisogna chiarirlo: le funzioni in senso stretto appartengono ad altri enti (su tutti ANPAL, Ministero del Lavoro e Regione), ma provare ad assumere un ruolo concreto di inchiesta, di armonizzazione ma soprattutto proposito ed interlocutorio dell’ente locale è la principale direttrice che muove questo testo. Ridare centralità ai bisogni oltre le funzioni amministrative concrete, nell’ottica di collaborazione e risoluzione dei problemi anche con azioni in concerto da parte di tutte le istituzioni democratiche. Tutto ciò va chiaramente inserito nel quadro socio-economico attuale: il nostro territorio, già in enorme difficoltà, sta ancora pagando il costo della crisi economica mondiale del 2008, e a questo vanno aggiunte le pesanti ripercussioni già in atto a causa della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19. Orientare la bussola anche in base a queste coordinate appare fondamentale, soprattutto quando si parla della categoria dei giovani. Infatti, l’ultima premessa sta nella qualificazione delle soggettività analizzate: la statistica riconosce la Popolazione giovane come quella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, ma per ovvi motivi di semplificazione questo lavoro accumunerà anche studi che invece qualificano tale fascia in 15-34, poiché il trend è decisamente simile. Infine, il punto sulle politiche sociali fuoriuscirà da tale steccato, visto il confronto da effettuare rispetto al welfare familistico mediterraneo assunto dal nostro paese.[1]

 

Assunto questo, si cercherà ora di comprendere il possibile ruolo del Forum dei Giovani e del  Comune di Salerno rispetto alle politiche attive del Lavoro e alle Politiche Sociali.

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1.1  Le Politiche Attive del Lavoro per i Giovani

 

Per Politiche Attive del Lavoro intendiamo una vasta gamma di policy che ricomprende le politiche di intervento nel mercato del lavoro e il contrasto alla disoccupazione (soprattutto di lunga durata), utilizzando vari strumenti. A partire da ciò, e provando a tenere il focus sulla popolazione giovanile, è importante inquadrare alcune importanti varabili: l’istruzione e la formazione, il mondo variegato dei corsi professionali e dell’alfabetizzazione al lavoro, il primo ingresso nel mercato del lavoro, (spesso a nero, soprattutto nel nostro territorio, oltre che incerto, precario, discontinuo e mal pagato), il valore dell’economia sommersa. Dal punto di vista macro, senza voler però entrare in complesse analisi, è utile ricordare innanzitutto che almeno dagli anni ’80 l’economia italiana è stata rimodulata attraverso il passaggio da economia fordista-industriale ad economia post-fordista-dei servizi[2]. Ciò ha prodotto una terziarizzazione dell’economia, cioè un aumento considerevole dei posti di lavoro nei servizi: parliamo di lavoro a basso valore aggiunto, che si declina in lavoro a scarsa produttività (perciò povero con retribuzioni misere e maggiormente sottoposto alle problematiche del sommerso), soprattutto in zone come la Campania, da sempre a bassa industrializzazione.

 

[3]

 

La situazione occupazionale del nostro territorio è decisamente desolante: viviamo nella settima regione d’Europa per il tasso di disoccupazione giovanile, con il 53,6% di giovani senza occupazione, mentre la media europea è del 15,2%. [4]

 

[5]

 

 

 

Si elencheranno ora alcune possibili aree di intervento per arginare tale problematica:

 

-Regolazione dei rapporti di lavoro: nonostante questo ambito delle politiche attive del lavoro non sia una funziona propria delle istituzioni qui citate, l’Amministrazione Comunale può istituire un regolamento ad hoc che neghi la concessione di suolo pubblico ad attività di impresa che foraggiano il lavoro nero o grigio.

 

-Assistenza all’impiego: nonostante la consistente maggioranza del processo di intermediazione del lavoro oggi si svolga nell’ambito del settore privato (Agenzie per il Lavoro)[6], è comunque ancora possibile, attraverso concertazioni con altre istituzioni pubbliche, promuovere il ruolo dell’attore pubblico nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, mediante l’istituzione di un Osservatorio Permanente

 

-Istruzione e Formazione:  in prima battuta, appare fondamentale combattere il fenomeno della dispersione scolastica, soprattutto per evitare la tendenziale trappola della povertà, con interventi mirati ed inclusivi delle politiche sociali. Poi, nonostante un alto grado di istruzione e formazione non sempre trovi correlazione con un lavoro stabile con retribuzione adeguata (considerati tanti altri fattori macroeconomici che qui, solo per parsimonia, non vengono elencati) è possibile comunque affermare che la possibile collaborazione virtuosa tra gli Istituti scolastici del territorio, l’Università e gli enti locali possa promuovere uno sviluppo basato soprattutto sull’innovazione sociale. E’ auspicabile inoltre anche richiedere l’istituzione di cicli di dottorato che provino, attraverso lo studio e l’analisi sulle politiche attive del lavoro e lo sviluppo del  territorio, a concepire nuove forme di sviluppo e di coesione sociale per il nostro territorio. Infine, resta fondamentale lo strumento della formazione professionale. 

 

-Investimenti pubblici: questo ambito di intervento prevede appunto che l’attore pubblico investa nell’implementazione dei servizi per la cittadinanza attraverso l’assunzione di nuova forza lavoro. E’ una soluzione auspicabile per un territorio con un alto grado di disoccupazione (soprattutto di lunga durata), che spesso coincide (ed è il nostro caso) con servizi pubblici a scartamento ridotto. E’ possibile declinare questa formula anche attraverso la promozione e lo sviluppo del Terzo settore

 

-Auto-imprenditorialità: promuovere la conoscenza e la gestione per bandi e progetti di spesa (soprattutto europei) che promuovono l’auto-imprenditorialità giovanile, nella declinazione appunto dell’attività di impresa in concordato con l’utilità sociale (Art 41 Cost) attraverso incontri con esperti del settore

 

Al netto di tali aree di intervento, è possibile altresì individuare strumenti e pratiche con le quali cercare di migliorare la situazione occupazionale e la coesione sociale del nostro territorio:

 

·       L’Istituzione di un Osservatorio Permanente sulle Politiche Attive del Lavoro e delle Politiche Sociali, in cui presenzia il Comune di Salerno, il Forum dei Giovani, L’Università degli studi di Salerno, le parti sociali (Sindacati, Associazioni del Terzo Settore, Caritas), l’Ispettorato del Lavoro e l’Ufficio di Collocamento, nell’ottica di promuovere un nuovo mercato del lavoro, attraverso strumenti volti a far comprendere il rischio di un’economia basata sul lavoro povero e sommerso, con azioni sia di ausilio amministrativo e burocratico per le nuove attività, sia con regolamenti che puniscano (attraverso il diniego degli spazi pubblici)  quelle attività di impresa che fondano il loro guadagno sullo sfruttamento della forza lavoro. Aggiungere a ciò l’accompagnamento e la gestione integrata delle politiche attive del lavoro e delle politiche sociali per tutti i soggetti fragili a rischio di esclusione sociale.

 

 

 

·       Opportunità di crescita per le associazioni del terzo settore, nell’ottica dell’innovazione sociale, attraverso bandi che permettano di poter sviluppare attività se non attraverso finanziamenti diretti, tramite l’utilizzo di spazi non utilizzati e dismessi dell’ente pubblico al fine di creare nuovi servizi pubblici che si declinano in nuova occupazione e maggiore coesione sociale

 

 

 

 

 

1.2  Le Politiche Sociali

 

Passeremo ora ad analizzare le politiche di sostegno ed integrazione al reddito. Per questa area di intervento diviene complesso fare riferimento alla fascia di popolazione giovanile così come è stata descritta nell’introduzione per via della modalità con la quale avviene l’erogazione dei sussidi da parte dei vari livelli di governo (regionale e nazionale), considerato il già citato tema del welfare familistico.  Tra le possibili aree di intervento del Forum dei Giovani resta probabilmente fondamentale provare a discutere su un nuovo tipo di welfare che si basi sugli individui sulla loro reale emancipazione dalla povertà. Al netto di tutto ciò, negli ultimi mesi , l’emergenza socio-economica scaturita dalla pandemia ha sicuramente acuito le problematiche già presenti ad ampio raggio nel nostro territorio per quanto concerne la povertà assoluta e relativa. Nell’ultimo rapporto sulle Regioni pubblicato da Eurostat, la Campania detiene una quota di popolazione a rischio povertà pari al 41,4% del totale, tra le più alte in Europa[7]. Per quanto riguarda la città di Salerno, uno degli ultimi studi relativi alla povertà è stato effettuato dalla Caritas Parrocchia di Sant’Eustachio Martire di Salerno in collaborazione con ASD Zona Orientale Rugby Popolare Salerno e Osservatorio Politiche Sociali del Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università degli Studi di Salerno, che lo scorso 22 giugno ha presentato un’analisi sulla vulnerabilità delle famiglie nei quartieri Sant’Eustachio ed Europa. Nonostante non sia possibile astrarre a generalità tale studio, per via di una serie complicata di ragioni, l’analisi individua delle interessanti direttrici operative per quanto riguarda la gestione integrata delle politiche attive per il lavoro e il sistema generale delle politiche di sostegno al reddito. Dallo studio infatti emerge che  Il lavoro ha un ruolo primario per gli intervistati. Il reddito riesce solo in parte a sopperire alla sua mancanza. Molte famiglie vivono con gli aiuti statali senza una prospettiva lavorativa.”[8] A partire da ciò, e proseguendo sulla linea sulla necessità dell’Osservatorio Permanente descritto in precedenza, si possono allora delineare nuove possibili funzioni: la mappatura delle famiglie in stato di vulnerabilità ed a rischio esclusione sociale, accompagnando i membri a nuove occupazioni attraverso alcune forme di politiche attive descritte in precedenza. Nonostante non sia una funzione propria delle istituzioni qui analizzate, resta comunque la necessità di sottolineare il fatto che il sistema delle tutele e dell’emancipazione dalla povertà del welfare italiano sia fortemente sottodimensionato e depotenziato rispetto ai reali bisogni presenti nel nostro paese, nonostante l’introduzione del Reddito di Cittadinanza.

 

 

 

2.    Oltre la prospettiva analitica: il protagonismo di una generazione

 

A latere di queste prime osservazioni, nel rapporto tra la popolazione giovanile e il nostro territorio, non possiamo citare i dati sull’emigrazione, che è la vera emergenza che vive la nostra città e la nostra regione. Depauperare intere zone della componente giovanile significa andare incontro al rischio di desertificazione e alla tacita rinuncia di competenze e capacità che potrebbero essere utili per uscire dall’attuale pantano. Proprio in questa ottica è possibile leggere il ruolo che potrebbe assumere la nostra generazione: diventare protagonista di un nuovo modo di costruire il futuro, di nuove opportunità di crescita che non lascino indietro nessuno. Su questo sfondo allora è possibile immaginare che la popolazione giovanile fornisca nuovi strumenti alle amministrazioni competenti, partecipando attivamente alla risoluzione dei problemi sociali nell’ottica di un nuovo modo di costruire le politiche pubbliche ed il welfare. Un processo bottom-up che possa richiamare le competenze e le capacità di chi oggi si trova nelle condizioni di dover abbandonare a malincuore la propria città, al fine di poter costruire occasioni per restare e per costruire nuove opportunità di sviluppo, un mercato del lavoro territoriale che punti alla qualificazione e allo sviluppo di nuove competenze, un tessuto sociale più coeso.

 

 

 

 

 



[3] https://data.worldbank.org/indicator/SL.IND.EMPL.ZS?locations=IT

[4]https://napoli.fanpage.it/il-536-dei-giovani-della-campania-e-disoccupato-solo-il-152-nel-resto-deuropa/#:~:text=La%20Campania%20%C3%A8%20una%20delle,di%20un%20giovane%20su%20due.&text=La%20media%20europea%20di%20disoccupazione,nel%20territorio%20dell'Unione%20Europea.

[5] https://data.worldbank.org/indicator/SL.SRV.EMPL.ZS?locations=IT

[6] Per approfondire: Pacchetto Treu https://www.camera.it/parlam/leggi/97196l.htm

[8] “Indagine sulle condizioni socio-economiche e sui bisogni delle famiglie dei quartieri di Sant’Eustachio ed Europa che hanno richiesto gli aiuti alimentari”, Salerno, 22/06/2020

 

 

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Gabriele Sottile 11/04/2021

Politiche sui Trasporti

Politiche sui Trasporti

 

Indice:

  1. Introduzione
  2. Trasporti pubblici 
  3. Trasporto sostenibile

 

1) Il problema dei trasporti e del traffico urbano ha da sempre caratterizzato la città di Salerno e le sue zone limitrofe. Queste problematiche hanno colpito in maniera particolare gli studenti, sia universitari che scolastici, che sono costretti a doversi spostare senza mezzi propri. Le difficoltà all’interno di una città sempre più trafficata e sempre più inquinata sono ormai talmente evidenti che non è più possibile trascurare questo grave disagio che tutta la cittadinanza è costretta a vivere. In particolare, il disagio coinvolge sia i trasporti pubblici che i trasporti sostenibili. Se da un lato i trasporti pubblici in questi ultimi anni hanno subito un incremento dal punto di vista numerico (è stata abilitato il trasporto ferroviario metropolitano), dall’altro i trasporti sostenibili vivono un momento di assoluto disinteresse che ha portato allo scarso utilizzo delle risorse e delle alternative di trasporto messe in campo dal Comune di Salerno. È impossibile non constatare il modo in cui spesso metodi di trasporto pubblico o sostenibile vengono messi in campo e poi lasciati a se stessi senza favorirne un utilizzo che gratifichi le scelte portate avanti e soprattutto senza che queste scelte diventino realmente produttive per tutta la comunità.

 

2) La questione degli autobus pubblici coinvolge ormai da anni tutta la città e la sua provincia, troppo spesso le corse degli autobus vanno avanti a scartamento ridotto, senza che si sfruttino le potenzialità che deriverebbero dal trasporto su gomma. Sono infatti molte le città medio-grandi che utilizzano unicamente questo tipo di trasporti evitando così di investire le proprie risorse su troppi campi diversi, ma facendo in modo che il trasporto pubblico venga coperto interamente dai bus. Investire in maniera ottimale sugli autobus vuol dire anche estendere gli orari di utilizzo, inserendo corse notturne, e ampliando il numero di quelle diurne.

Allo stesso tempo non si può pensare di garantire un buon funzionamento del trasporto su gomma senza assicurare la possibilità di acquistare facilmente i biglietti, a questo fine bisognerebbe introdurre l’acquisto del biglietto a bordo attraverso distributori automatici, a prezzi maggiorati. Un buon funzionamento degli autobus permetterebbe ai giovani studenti e lavoratori di poter usufruire del servizio senza alcuna remora per quel che riguarda eventuali ritardi o defezioni.

Per quanto riguarda il servizio ferroviario metropolitano, ormai funzionante da circa 7 anni, sono da sottolineare le buone esperienze per quel che riguarda l’utilizzo che coinvolge la zona orientale (stazioni di Torrione, Pastena, Mercatello, Arbostella e Arechi). A questo punto la scelta è tra un’implemento del servizio che coinvolga anche altre stazioni all’interno dei confini cittadini oppure il mantenimento di uno status quo che, per quanto efficiente, non è soddisfacente dal punto di vista dell’offerta.

A tal fine andrebbe allargato il servizio a due linee ferroviarie che, già dall’inaugurazione della linea metropolitana, erano programmate come parte integrante del progetto, ma che col passare del tempo sono uscite dai radar.

Pur non esistendo un binario unico che coinvolga e unisca le tre linee ferroviarie riportate nella mappa sottostante, si dovrebbe fare in modo che vengano comunque coinvolte le stazioni che rientrano all’interno dei confini cittadini (oltre alle già citate, le stazioni di Irno, Duomo e Fratte).

Mantenendo invariato l’obbligo di cambio di treno presso la stazione centrale, sarebbe opportuno garantire un biglietto unico che, con un prezzo unificato, consenta lo spostamento all’interno dei confini comunali.

In questo modo sarebbero coinvolte nella linea ferroviaria metropolitana le stazioni di: Arbostella-Mariconda, Arechi, Duomo-Vernieri, Fratte, Irno, Mercatello, Pastena e Torrione, oltre alla stazione di Salerno Centrale che svolgerebbe il ruolo di area per il cambio treno.

A proposito di spostamento ferroviario, si prende in esame il questionario realizzato dall’Università degli studi di Salerno, sulla mobilità da e verso il Campus in direzione Salerno.

Sulla linea ferroviaria dell’area urbana e suburbana di Salerno, secondo il testo del sondaggio agli studenti, sarà realizzata una fermata Università (tra le fermate Fisciano e Mercato S. Severino) che verrà collegata al Campus attraverso un collegamento meccanizzato. I servizi ferroviari saranno coordinati con la Metro di Salerno e con i treni provenienti da Battipaglia e Nocera, sarà quindi necessario cambiare treno alla stazione di Salerno centrale.

In questo modo uno studente, proveniente dalla zona orientale di Salerno dovrà utilizzare la metropolitana per arrivare alla stazione centrale, dalla quale poi dovrà prendere la coincidenza per la stazione dell’università, presso la quale lo attenderà un ulteriore servizio di spostamento per raggiungere le aule.

Secondo quanto riportato nel questionario, il costo del biglietto sarà identico a quello dell’autobus e il servizio di collegamento sarà garantito gratuitamente, il viaggio dalla stazione di Salerno Centrale al Campus avrà una durata media di circa 45 minuti.

Per quanto riguarda lo spostamento dalla stazione ferroviaria “Università” al campus, sono stati proposti tre metodi diversi: bus a guida autonoma da 20 posti l’uno, un tappeto mobile (con percorrenza stimata di 15 minuti) e un “people mover” da 100 posti.

3) Sempre restando sul sondaggio sottoposto dall’Università di Salerno ai propri iscritti, un’altra proposta da prendere in esame è quella che riguarda lo spostamento individuale dalla stazione “Università” a qualsiasi destinazione interna al Campus, potrebbero infatti essere messe a disposizione delle biciclette a pedalata assistita e dei monopattini elettrici presso la stazione, gli studenti potrebbero così raggiungere la propria aula attraverso una pista ciclabile coperta e delle piste ciclabili che percorrono tutto il Campus.

All’interno del Campus potrebbe essere disponibile anche un servizio di bike-sharing, con le suddette piste ciclabili.

Parlando di trasporto sostenibile, non si possono non sottolineare le gravi difficoltà riscontrate dai ciclisti, sia per quel che riguarda le infrastrutture messe a disposizione, sia per la stessa sicurezza stradale.

Se per la seconda si tratta di un processo più complesso, che coinvolgerebbe non solo la creazione di piste ciclabili capillari su tutto il territorio cittadino ma anche un miglioramento delle condizioni stradali. Per quanto riguarda le infrastrutture è necessario prevedere dei parcheggi per biciclette (rastrelliere), simili a quelli già realizzati ma poco diffusi nel centro cittadino. Inoltre, seguendo la scia di molte città del Sud Italia, si può iniziare a pensare ad una mobilità integrata, con la creazione di velostazioni nei pressi delle stazioni ferroviarie o degli autobus, in modo da favorire l’utilizzo del trasporto pubblico e sostenibile.

Sullo sviluppo di biciclette sul territorio comunale, alcune iniziative da prendere in considerazione, sono i bandi per biciclette in comodato d’uso, da elaborare di concerto con le scuole e gli uffici pubblici, lo sviluppo di un bike sharing diffuso e la creazione di quanti più servizi possibile. Oltre ai servizi già indicati (rastrelliere e velostazioni), si può iniziare a concepire la creazione di ciclo-officine, in modo da tutelare i ciclisti sotto vari punti di vista ma, in particolare, al fine di incentivare l’utilizzo della bicicletta come mezzo di spostamento principale.

Infine, pur non ritenendo che sia possibile toccare il tema della sicurezza stradale, senza prima dedicargli una discussione considerevole che coinvolga tutte le parti in causa, oltre alla creazione di piste ciclabili capillari (come già ricordato precedentemente) si dovrebbe procedere all’espansione di zone ZTL in strade secondarie e parallele a strade più trafficate.

 

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Gabriele Sottile 16/02/2021

AMBIENTE & TERRITORIO

 

AMBIENTE & TERRITORIO

una crisi non solo mondiale

Indice:

1. Introduzione

2.Azioni per attuare la riconversione ecologica nella nostra città

   2.1 Mobilità

   2.2 Spazi Verdi

   2.3 Lavoro sostenibile

 

1. Introduzione

Secondo i rapporti della Nazioni Unite, il nostro pianeta si avvicina sempre di più a subire danni irreversibili in termini ambientali. Come affermato all’interno degli Accordi di Parigi, sottoscritti anche dal nostro Paese, è necessario agire “riconoscendo la necessità di una risposta efficace e progressiva all'urgente minaccia dei cambiamenti climatici sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili”.

Nella nostra città, i problemi ambientali storici sono molteplici: biocidio, consumo di suolo e presenza di fabbriche inquinanti, sono solo alcuni di essi. Tali problematiche non sono mai state affrontate da nessuna delle amministrazioni che si sono susseguite a partire dal secondo dopoguerra, piuttosto si è preferito supportare gli interessi delle varie imprenditorie private, partendo dai costruttori edili arrivando ai vari impresari urbani. Con una città costruita male per volontà politica, affinché si potesse concentrare la ricchezza delle rendite parassitarie nelle mani di pochi, quando esplose l’ideologia neoliberista (anni ‘70), tutta la classe dirigente locale è rimasta a guardare la delocalizzazione delle imprese e anziché mettere in discussione tale paradigma culturale, palesemente sbagliato, ancora una volta si è deciso di restare sullo stesso piano ideologico, aumentando ancora di più la speculazione urbana.

L’inefficienza dei trasporti, l’inquinamento dei fiumi e delle spiagge, la difesa di fabbriche mortalmente inquinanti e l’abbandono di vecchi edifici e zone verdi colorate del grigio della spazzatura rilevano dunque una non curanza alla base degli effetti ambientali di molte scelte prese tanto in passato quanto nell’immediato presente.

 

 

2. Dove e Come affrontare la crisi ambientale nella nostra città

Salerno è tutto tranne che una città ecologica, per questo motivo è essenziale attuare da subito una serie di politiche di riconversione per salvare la nostra città e la sua popolazione. Il ruolo del Forum dei Giovani nella riconversione ecologica risulta essenziale in quanto darebbe la voce alla popolazione futura della nostra città stanca di vivere in un contesto dannoso sia per l’ambiente, sia per se stessa.

Per questo motivo, come generazione interessata all’ambiente per necessità e per diritto di sopravvivenza, ci sentiamo in dovere di stilare e presentare una serie di proposte per attuare questa riconversione.

 

2.1 Mobilità

Nella nostra città uno dei problemi più evidenti riguarda sicuramente i trasporti. Negli anni infatti non si è mai attuato nessun cambiamento sul piano della mobilità, tale situazione ha portato ad un vertiginoso aumento dell’inquinamento atmosferico, a causa delle numerose emissioni dei veicoli a benzina, diesel e GPL. I mezzi di trasporto pubblici, che potrebbero garantire un minor uso dei veicoli privati, sono infatti poco efficienti e sovraffollati, tale situazione ha portato la popolazione a preferire l’utilizzo di mezzi di trasporto propri.

Un altro deterrente utile alla diminuzione dell’emissioni dei mezzi privati è l’uso della bicicletta, la quale tuttavia soffre della mancanza di una pista ciclabile continua e funzionale, infatti spostarsi con la bici a Salerno è una vera e propria impresa che rende difficile (se non mette serio pericolo) la vita delle persone che intendono utilizzarla. E’ essenziale dunque creare una pista ciclabile funzionale e sicura, in modo da incentivare le persone a spostarsi con mezzi “green” piuttosto che con mezzi inquinanti. Su questo piano l’implementazione di servizi di car-sharing e bike-sharing rappresentano un importante mezzo per contrastare l’inquinamento atmosferico, infatti incentivando le persone ad utilizzare tali mezzi esclusivamente elettrici, le emissioni diminuirebbero drasticamente.

Queste soluzioni ovviamente non sono completamente risolutive rispetto all’impatto ambientale ma possono aiutare notevolmente, per non parlare della possibilità di rendere lo spostamento in città un piacere non solo di neopatentati che si possono permettere l’utilizzo della macchina, ma anche di quella fascia giovanile che potrebbe vivere in pieno la propria città.

 

 

2.2 Spazi Verdi

Come specificato già nell’introduzione, dal secondo dopoguerra le varie amministrazioni cittadine che si sono susseguite hanno permesso alle imprenditorie private di speculare su diversi luoghi pubblici. Molti spazi storici della nostra città sono appunto stati trasformati negli anni in zone cementificate, con la creazione di palazzi e/o parcheggi, uno degli esempi più significativi è la storica Piazza Alario, dove tutt’ora si sta costruendo un parco giochi con materiali difficilmente smaltibili. Questi massicci interventi di cementificazione hanno portato ad un drastico calo di spazi verdi nella nostra città, e quei pochi che sono rimasti sono anche incurati e/o semiabbandonati, tutto ciò ha causato un drastico aumento del fenomeno di desertificazione.

E’ quindi essenziale agire subito stoppando la creazione di nuovi cantieri, riqualificando invece quegli spazi, sia verdi che cementificati, abbandonati e in disuso nella nostra città. Un’idea potrebbe essere quella di aprire nuovi parchi in cogestione con la popolazione del quartiere, aumentando così anche la partecipazione della cittadinanza ad una cura della propria città e magari iniziando a costruire dei progetti che coinvolgano i giovani con attività ed iniziative promosse direttamente da loro stessi.

 

 

2.3 Lavoro ecosostenibile

Anche le attività che riguardano il settore terziario (principalmente attività di commercio), dovrebbero subire una conversione. Ad esempio l’altissima presenza di contenitori di plastica per prodotti di largo consumo causano un impatto dannoso per l’ambiente non indifferente. La soluzione potrebbe essere quella di implementare punti di commercio alla spina per prodotti sia alimentari sia di utilizzo quotidiano (es. dentifricio, detersivi, saponi…) in modo tale da riavvicinarsi ad un’antica ma efficiente tradizione italiana la quale consiste nell’acquisto di prodotti in confezioni riutilizzabili prodotte dall’azienda le quali vengono date in dotazione al consumatore con una causale che viene restituita nel momento in cui appunto ritorna il contenitore utilizzato.

Per quanto riguarda gli sprechi di cibo, un’azione da attuare sarebbe quella di utilizzare quanti più alimenti possibili a km 0, evitando di comprare grosse quantità di cibo e favorendo al contempo i vari venditori locali. Esistono già realtà che hanno costruito un’interessante rete di coltivatori locali e potrebbero essere anche un’importante svolta dell’economia territoriale.

 

 

Un'altra categoria del settore terziario da non sottovalutare è quella legata al turismo nella nostra città. Qui a Salerno, specialmente nel periodo estivo e in quello natalizio, arrivano diversi turisti che decidono di alloggiare nelle numerose strutture alberghiere presenti sul territorio. Una conversione di tali strutture porterebbe ad una diminuzione drastica dell’inquinamento e degli sprechi. L’ideale sarebbe elaborare un piano di conversione che tocchi tutti i settori più inquinanti, come l’elevato consumo di plastica e gli sprechi alimentari. Un’idea potrebbe essere quella di fornire una borraccia personale ad ogni ospite, evitando così un elevato consumo di plastica monouso per bere. Anche gli sprechi d’acqua sono una tematica molto presente nelle varie strutture alberghiere, per evitarli sarebbe utile introdurre un sistema di purificazione in modo da riciclare l’acqua già usata. 

 

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Gabriele Sottile 11/04/2021

Salute nelle case della nostra città

 

SALUTE

INDICE

1. INTRODUZIONE

  • COSA SI INTENDE PER SALUTE? 
  • LA SANITA’: COSA INCLUDE? OSPEDALI-CLINCHE-ASL

2. LE SUE APPLICAZIONI:

  • I CAMPI: FISICO-PSICOLOGICO-SOCIALE 
  • INIZIATIVE: SPORTELLO D’ASCOLTO, SCREENING 
  • COVID-19, TRA TAMPONI E VACCINI 
  • PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA

3. LA DISABILITA’

  • COSA SI INTENDE PER DISABILITA’ 
  • LE STRUTTURE E LE ORGANIZZAZIONI 
  • LE NOSTRE PROPOSTE.

 

1.INTRODUZIONE

·       Cosa si intende per “salute”?

Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha proposto una definizione di “salute” come <>. Qualora una di queste condizioni venisse a mancare parleremmo di uno stato di malessere o malattia.

Cos’è l’OMS?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS, istituita nel 1948 con sede a Ginevra è l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie e vi aderiscono 194 Stati Membri di tutto il mondo divisi in 6 regioni (Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Pacifico Occidentale e Sud-Est Asiatico).

L’Italia ha aderito ufficialmente all’OMS in data 11 aprile 1947.

Entriamo nel pratico.

Cosa fare in situazioni di malessere/malattia?

La prima cosa è affidarsi al proprio medico di base (in questo caso si dovrebbe proporre anche una figura aggiuntiva di psicologo di base per il benessere psicologico), successivamente si fa capo o a cliniche specializzate o ad ospedali.

 

·       La sanità cosa include? Ospedali-cliniche-ASL

La sanità è intesa come collettività, specialmente in quanto oggetto di una sollecitudine che si esprime o s'identifica in un'organizzazione o in un servizio.

Gli ospedali: pubblico istituto, destinato al ricovero e all'assistenza sanitaria di ammalati e feriti.

Le cliniche: luogo destinato allo studio delle scienze mediche e alla cura degli infermi; in senso lato è quindi sinonimo di ospedale, mentre in senso stretto indica le case di cura private.

L’ A.S.L. (Azienda Sanitaria Locale) è un ente pubblico della pubblica amministrazione italiana, deputato all’erogazione di servizi sanitari. Assolve ai compiti del S.S.N. (Servizio Sanitario Nazionale).

 

2. LE SUE APPLICAZIONI:

     ·       I campi: fisico-psicologico-sociale

La salute è uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale. Ecco che per ogni campo sia le strutture predisposte che Associazioni e Comitati si sono mossi per poter dare il proprio contributo.

  • Le iniziative:

Varie sono le iniziative proposte sul salernitano tra raccolte fondi per sostenere le strutture e iniziative per la persona come lo sportello d’ascolto per il benessere psicologico.

Noi ragazzi del Comitato per il Forum crediamo che lo sportello d’ascolto sia un mezzo davvero importante per aiutare le persone in questo momento di difficoltà e sostenere soprattutto i più giovani che con la pandemia hanno perso sempre più di vista i proprio obiettivi.

Alcune delle proposte per poter migliorare l’attuale organizzazione sono quelle di incentivare dei processi di organizzazione e di prevenzione per poter tenere la salute di tutti sotto controllo, proponiamo screening gratuiti per tutte le fasce di età ma ponendo più attenzione alle categorie più fragili come possono essere i bambini dell’asilo o delle materne.

Vogliamo più inclusione nel tema della salute: dare più informazioni, educare sul tema e proporre iniziative soprattutto per le categorie più fragili e con un livello socio-economico basso.

  • COVID-19 tra tamponi e vaccini

La gestione della situazione pandemica a Salerno è stata inizialmente “tamponata” date le circostanze. Successivamente la gestione a carico in primis dell’unità di crisi regionale e poi locale, tramite anche raccolte fondi e investimenti è stata piuttosto discreta.

Non avendo a disposizione dei settori appositi per la cura dei malati Covid-19 in momento di pandemia sono stati creati capannoni ad hoc (anche se molto criticati perché non eseguiti come da progetto iniziale).

La gestione dei tamponi è stata data all’USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) con sedi inizialmente provvisorie. La gestione è stata alquanto criticata dati i tempi di attesa infiniti di chiamata della struttura. Molte sono state le persone che si sono affidate a privati.

La gestione attuale dei vaccini su Salerno è gestita perlopiù dal presidente della regione stabilendo anche la precedenza delle somministrazioni (operatori sanitari, over 85, 0ver 75, forze dell’ordine…) inizialmente la sede era solo il Ruggi per la somministrazione, ora le sedi stanno aumentando per una migliore fruibilità e gestione più rapida ed efficiente. Anche qui la tempistica è abbastanza lunga.

Le iniziative proposte per questo periodo sono state promosse da privati ed associazioni ma non sono mancati i fondi nazionali e regionali.

330 milioni sono stati stanziati per il Ruggi, molte inoltre sono state le campagne su “Go Found Me” per donare soldi, al Ruggi in particolare, per affrontare il momento di pandemia.

·       Punti di forza e punti di debolezza

L’Italia (e specialmente il Sud) è sempre stato oggetto di discussione. Il decentramento della gestione della sanità pubblica in modo particolare messo nelle mani delle regioni (spesso in disaccordo con il governo centrale) ha messo in luce varie problematiche e discordanze.

La cura al benessere della propria salute a Salerno, come in varie città in Italia, è gestita tra pubblico e privato contando su cliniche (a volte abbastanza costose) e A.S.L. e pronto soccorso con tempi infiniti. Purtroppo la questione della salute e della sanità al Sud Italia è uno dei problemi all’ordine del giorno per malagestione e servizi poco diffusi sul territorio (vedi aree come Cilento e Vallo di Diano).

Il rapporto  del 2019 dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane che da quasi vent’anni descrive il nostro Servizio sanitario nazionale, ha messo in evidenza i punti di forza e quelli di debolezza. Si riconoscono i successi in termini di salute e sopravvivenza come fiore all’occhiello del nostro sistema, sottolineando tuttavia come ci si sia sempre continuati ad interrogare sulla sostenibilità di lungo periodo di questi risultati, minacciati dal processo di invecchiamento della popolazione, particolarmente significativo nel nostro Paese anche a causa dei bassi tassi di fecondità (1,29 figli per donna), e dalla riduzione delle risorse destinate alla sanità pubblica.

Il rapporto si basa su 3 elementi su cui basarsi per far resistere la sanità italiana.

In primo luogo il trend di invecchiamento della popolazione, che riguarda in particolare l’aumento della fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni che rappresentano l’11,1% della popolazione residente, circa 6,7 milioni di persone. Gli anziani (75-84 anni) sono invece poco più di 4,9 milioni e rappresentano l’8,1% del totale della popolazione. E’ allora fondamentale monitorare nel tempo la composizione per età della popolazione, così come la sua variabilità tra le diverse regioni, affinché abbia senso il decentramento delle scelte di politica sanitaria: le condizioni di salute che caratterizzano le varie fasce di età della popolazione devono fare sì che l’offerta sanitaria sia diversificata a seconda del target di popolazione a cui si rivolge.

In secondo luogo, in stretto collegamento con il processo di invecchiamento della popolazione, il rapporto ci tiene a sottolineare il peso delle malattie non trasmissibili che, come indica l’Oms, sono causa del 71% dei decessi a livello globale. A rendere ancora più gravoso il peso di queste malattie, concorrono le disuguaglianze e la povertà che pregiudicano l’accesso equo, adeguato e dignitoso alle cure, influendo così infine sulla produttività della forza lavoro e sullo sviluppo sostenibile.

Per ultimo (come già accennato) il problema del decentramento regionale.

Intanto in Commissione Igiene e Sanità del Senato sono state presentate cinque proposte per l’Istituzione di una Commissione monocamerale di Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, cui è attribuito il compito di indagare su diversi aspetti del sistema sanitario. In particolare con una delle proposte si vorrebbe attribuire a una Commissione d’inchiesta il compito di indagare sull’efficacia, appropriatezza ed efficienza dei servizi sanitari erogati, sulla qualità e l’efficacia dei trattamenti e dei relativi esiti, sulla spesa sanitaria regionale e sugli eventuali sprechi da parte delle regioni con maggiori disavanzi e sulle cause dei divari tra le regioni italiane. Sarebbe inoltre previsto che la Commissione indaghi sui più comuni errori in sanità riconducendoli ai principali motivi di criticità riscontrabili, ad esempio, nella formazione del personale medico o nell’igiene delle strutture. Ulteriori settori di indagine riguardano vari aspetti dell’organizzazione del personale (organico, orario di lavoro, reclutamento), gli standard tecnologici e strumentali delle strutture ospedaliere e sanitarie, l’adeguamento delle strutture medesime ai criteri organizzativi dettati dalla normativa applicabile, l’edilizia sanitaria, lo stato di realizzazione delle reti di assistenza sanitaria territoriale e domiciliare, la spesa sanitaria privata e la dinamica delle liste di attesa.

Fonte: https://www.i-com.it/en/2020/06/25/sanita-italia-pandemia/

 

3.LA DISABILITA’

  • Cosa si intende per disabilità?

“La disabilità (o handicap) è la condizione di chi, in seguito a una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma…”

  • Le strutture e le organizzazioni

Partendo dal livello nazionale vi è il Ministero della Disabilità per poi man mano arrivare a strutture locali.

Varie sono le organizzazioni e le associazioni presenti sul territorio salernitano tra cui l’ANFFAS.

Cos’è l’ANFFAS?

Anffas: Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale è una onlus costituita da cittadini ed esperti nel campo delle disabilità.

  • Le nostre proposte

Noi del Comitato vorremmo migliorare la condizione delle scuole elementari di tutta la città (essendo di demanio comunale) così da poter abbattere tutte le barriere architettoniche e render la scuola più accessibile a tutti. Promuovere l’installazione di rampe o incentivare programmi specifici e accurati proprio per la didattica delle persone disabili. Chiediamo più tutela ed equità.

Con l’arrivo della pandemia molte cose sono state soggette a cambiamenti come l’organizzazione scolastica, dal 9 aprile 2020 è iniziata la DAD (didattica a distanza). Questa modalità ha rappresentato un ostacolo al proseguimento dei percorsi di inclusione intrapresi dai docenti, riducendo sensibilmente la partecipazione degli alunni con disabilità. La presenza in aula, le relazioni con i propri compagni, il sostegno di figure competenti opportunamente formate, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, l’accessibilità dello spazio, infatti, giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni con disabilità a una didattica inclusiva. Le difficoltà di carattere tecnico e organizzativo, unite alla carenza di strumenti e di supporto adeguati e alle difficoltà d’interazione, hanno reso invece la partecipazione alla DAD più difficile per i ragazzi con disabilità, soprattutto in presenza di gravi patologie o se appartenenti a contesti con un elevato disagio socio-economico, con gravi ripercussioni sia sul piano della socializzazione che del mantenimento delle competenze acquisite.

Noi giovani comprendiamo la difficoltà della situazione ma vorremmo maggiore attenzione per queste categorie più fragili magari incrementando dei servizi a domicilio o contribuendo con dei fondi comunali per ampliare le risorse a disposizione di tutti partendo dalle cose principali come dispositivi elettronici per permettere di seguire in DAD e dando strumenti specifici a chi ne ha bisogno.

http://www.regione.campania.it/regione/it/tematiche/magazine-salute

 

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